Il Pirata: dal Titano agli Champs-Élysées

Rivivi la storia del grande ciclismo

Marco Pantani al Giro 1998 non partiva certo favorito, troppe le tappe a cronometro che stuzzicavano lo specialista svizzero Alex Zülle. Eppure, chilometro dopo chilometro, il Pirata cominciò a carburare proprio a San Marino, sulle strade del La Titanica, prendendo confidenza con le proprie capacità, sfiorando la vittoria di tappa e mostrando i primi lampi di quella classe che lo porterà quell’anno a trionfare prima a Milano e poi a Parigi.

Riviviamo quella fantastica giornata nel racconto de La Gazzetta dello Sport.

Una testa pelata davanti al gruppo. Il popolo di Pantani balla e prepara la festa. Ma quella testa pelata compare all'ultima curva, quando Andrea Noè è già a un respiro dal traguardo. Marco Pantani è secondo, ma per la prima volta in questo Giro ha staccato Alex Zulle e gli avversari diretti. Il popolo di Pantani fa festa lo stesso e pensa che il Monte Titano sia soltanto l'antipasto dei Monti a venire, quelli che hanno profili leggendari, quelli più lunghi e pendenti, che appesantiscono le certezze di Zulle.

"Non so come andrà a finire, ma voglio arrivare a Milano avendo fatto tutto il possibile per vincere questo Giro - sono le prime parole di Pantani -. Arrivare secondo, terzo, quarto o sesto, per me, è la stessa cosa. Io voglio vincere".

Pantani ha visto il successo lì a uno scatto e il secondo posto un po' gli brucia. "Certo, mi dispiace. Sarebbe stato bello vincere qui, a un passo da casa mia. Ma è così. C'era via una fuga e alla fine è rimasto davanti il più forte di quegli attaccanti". (...)

Pantani è arrivato da solo, a 7" da Noè, guadagnando 3" su Tonkov, Rebellin, Gotti, Bartoli e Zulle. Il romagnolo ha rosicchiato altri 8" grazie all'abbuono ed ora è quarto della classifica a 51" da Alex Zulle. "Ho guadagnato poco, ma è tutto quello che si poteva fare. Nemmeno quando la rampa è impegnativa si riesce a fare il vuoto. Ormai siamo ridotti a disputare degli sprint anche sugli arrivi di salita". Il Pirata ha dimostrato che Zulle può essere messo in difficoltà. "A dire la verità, mi è sembrato che Alex fosse il più tranquillo di tutti - spiega il leader della Mercatone Uno - Bianchi -. Sono contento di averlo staccato e so benissimo che è possibile staccarlo. è dall'inizio del Giro d'Italia che ci provo. Ho provato ad attaccare su ogni cavalcavia e ho la coscienza a posto, io". (...)

Quando il Pirata risale in bici per raggiungere l'albergo, si ritrova in mezzo al suo popolo. Gli chiedono di attaccare ancora, di vincere il Giro. Lui si presta per l'ennesima foto con bimbo fasciato di rosa. Un sorriso, una promessa e vola via lasciando una scia di speranza.


Pier Bergonzi

La Gazzetta dello Sport

28 maggio 1998