E' la mia prima maglia rosa. Lasciate ora che me la goda

Dalle pagine della Gazzetta dello Sport riascoltiamo le parole del giovanissimo Saronni. È il 25 maggio '79, Beppe vince la cronoscalata da Rimini a San Marino, si prende la maglia e la porta fino a Milano.

Saronni non sta in sé dalla felicità e non vuole parlare d'altro. Alla domanda se ritiene possibile un ritorno di Moser ha risposto: «Tutto può accadere in un Giro, perciò non si deve scordare Knudsen, un tipo che non concede regali ad alcuno».


Arriva sparato, come se dovesse fare uno sprint con un rivale invisibile, si slaccia il cinghietto del fermapiede destro. Saronni non è stravolto. Da come è stato accolto capisce di aver fatto qualcosa di eccezionale. 

-Se tanto da tanto, ci saranno distacchi eccezionali.

«Cosa vuol dire?» 

-Ha corso in 45'56"

«E gli altri?»

-Di quelli che sono arrivati prima di lei il migliore è Johansson, che ha un ritardo di 1’17”.

«E dietro?»

-L'unico che poteva far meglio, Laurent, è scoppiato. 

Si capisce che brucia dalla voglia di avere le ultime su Moser, ma fa di tutto per nasconderlo. Chi ha fatto scattare il cronometro al suo arrivo segnala che in questo momento Moser viaggia in ritardo. Il sorriso di Saronni è aperto. [...]

Ha le orecchie dritte per sentire Proserpio che scandisce i tempi ottenuti dagli altri.

«Un minuto e ventiquattro? Non ci pensavo proprio.»

- Ritiene di aver vinto il Giro? 

«Mi guardo bene -ride Saronni- dal dire una cosa simile. Il Giro è ancora lungo. Ci tenevo a vincere questa tappa, pensavo anche alla possibilità di prendere la maglia rosa. Se non l’avessi presa non mi sarei lamentato. Dato che però l’ho presa, lasciate che me la goda: è la mia prima maglia rosa. [...] Sono gli altri a dover fare i conti. Sono sempre dell'avviso che è meglio essere davanti che dietro».

-Moser ha detto di aver sofferto di stomaco per due giorni e di non essere stato lui. «Può darsi».

-Per vincere, pensava di dover battere soltanto Moser?

«No, pensavo anche a Knudsen. E' sempre andato bene, Knudsen, in questo Giro. Ed è un avversario pericoloso».

-Il computer che ha pronosticato Knudsen vincitore del Giro, aveva previsto la sua vittoria in questa cronometro.

«Non posso che augurarmi che il cervello elettronico si sia sbagliato sull’esito del giro»

-Con quali rapporti ha pedalato in pianura e in salita?

«Laggiù ho messo il 53x13 (metri 8,70), in salita ci ho dato dentro molto con il 46x17 (metri 5.78). L'ultima parte della salita non era pedalabile, ma richiedeva un certo rapporto per fare della velocità.»

-Ritiene veramente possibile un ritorno di Moser?

«Tutto è possibile in un Giro, ma vi dovete convincere che c'è un altro corridore che non è assolutamente disposto a fare regali: Knudsen.»


La Gazzetta dello Sport
Sabato 26 maggio 1979